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Il Castello di Olcenengo

La notizia più antica riguardante Olcenengo risale a una disposizione sinodale del 964, in cui è nominata la parrocchia di Auzeningo. Il nome si modificò in Olcenengo, ma resta sempre chiara la sua origine longobarda, perché porta il suffisso "engo" come diversi altri paesi della medesima provenienza. Il suffisso "engo" unito ad un nome indica la proprietà di un signore.
Nel nostro caso Auzeningo, secondo il Bruzza, significa possedimento di Azone. Non si sa però chi sia stato questo personaggio.
Verso la fine dell'XI secolo il territorio vercellese fu terrorizzato dalle scorrerie degli Ungari. Questi barbari preferivano razziare nei paesi senza difesa, per le campagne e nei cascinali. Giunsero anche a Vercelli il 13 dicembre 899 saccheggiandola e uccidendo il vescovo e tutto il clero. Nei paesi attorno a Vercelli la gente aveva paura e non osava più portare i neonati nel Duomo per farli battezzare. Più tardi, cessato il pericolo delle scorrerie, il vescovo Ingone, col sinodo del 964, volle ristabilire l'ordine che c'era prima, perciò impose che i parroci delle chiese di Pezzana, Prarolo, Quinto, Calvignasco (Larizzate), Casalrosso e Olcenengo dovessero battezzare i bambini nella chiesa e battistero di Sant'Eusebio, cioè nella cattedrale di Vercelli. Dal documento sinodale sappiamo quindi che nel 964 esistevano sia il paese che la parrocchia di Olcenengo.
Più tardi, il papa Adriano IV, con bolla del 27 dicembre 1156, e il papa Lucio III, nel 1182, riconfermarono alla Chiesa e al vescovo di Vercelli la chiesa di San Quirico e Giulitta di Olcenengo, con le sue decime e pertinenze. Infatti, nell'estimo delle chiese e dei benefìci della diocesi del 1298 è segnato: "Ecclesia de Olzenengo, Cappella castri de Olzenengo, subsunt Capitulo Vercellensi".
L'indicazione ci fa sapere che a Olcenengo in quel tempo (1298) esisteva già il castello nel quale c'era una cappella dedicata a San Giovanni Battista. Ma la roccaforte non è legata a episodi di guerre o di violenze.
Apparteneva alla famiglia degli Avogadro di Quinto, che la occuparono pacificamente tenendosi sempre ai margini delle lotte. Dal 1930, la famiglia di Pietro Avogadro di Quinto, che occupava il castello , si specificò meglio come avogadro di Olcenengo. Sembra che il cstello fosse collegato a quello di Quinto, una giustificazione la si trova nel fatto che entrambi i castelli fossero di fazione guelfa, sotto gli Avogadro.
Nel 1404 il luogo passò sotto i Savoia.
Quando gli Avogadro di Olcenengo si spensero nel 1596, i Savoia investirono del castello e del piccolo feudo Eusebio Arona.
Poi , con l'estinzione degli Arona la proprietà , nel 1722, passò ai signori Ricca. Ora il castello ha pochi ambienti adibiti a casa colonica.